STORIE DI MEZZO, RACCONTO: “DI FRONTE A ME C’E’ UNA RAMPA DI SCALE”

Le scale della vita
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Di fronte a me c’è una rampa di scale.

Al primo gradino mi ci fanno salire due grosse mani che mi lasciano, presto, distesa lì; poi mi guardo intorno, sono curiosa, ma non conosco quel posto, e sono sola, quindi piango perché non so parlare.

Al secondo gradino salgo gattonando, sono ancora curiosa, tocco il mio viso, poi tocco il gradino, ho la sensazione che la scala sia fredda. 

Al terzo gradino imparo a dire “mamma”, e la chiamo, affinché mi aiuti a salire le scale, ma la mamma è sulla rampa affianco, e si trova a molti gradini più in alto, rispetto a me. 

Al quarto gradino salgo camminando, però casco subito, e allora rimango seduta, a giocare con la ringhiera, a sentire lo strano rumore che produce quando la scuoto. 

Al quinto gradino salgo camminando, stavolta non casco, mi reggo in piedi e mi sento soddisfatta. 

Al sesto gradino conosco le parole, do un’occhiata in basso, quello è bianco, quello è marmo, il marmo di questo gradino è bianco. 

Al settimo gradino conosco i numeri, do un’occhiata in alto, provo a contarli, me ne mancano altri 11.

All’ottavo gradino so scrivere, lascio una firma sulla ringhiera.

Al nono gradino so pensare: perché mamma sta più in alto di me? 

Al decimo gradino c’è un brutto voto, la mamma si gira, scende le scale, lo cancella e mi abbraccia.

All’undicesimo gradino c’è un bel voto, perché stavolta volevo essere io ad abbracciare la mamma.

Al dodicesimo gradino mi piacciono più le lettere che i numeri, ma nessuno lo capisce.

Al tredicesimo gradino nessuno mi capisce, e vorrei buttarmi a testa in giù da quei tredici gradini. 

Al quattordicesimo gradino vedo un sogno da realizzare all’ultimo gradino, quindi capisco che buttarsi giù era una cattiva idea. 

Al quindicesimo gradino tutti vogliono innamorarsi, e io, nel frattempo, scrivo sul muro. 

Al sedicesimo gradino scopro la filosofia, sono di nuovo curiosa come al secondo gradino, perciò tocco di nuovo il marmo, mi sembra diverso, e penso che non è poi tanto freddo: se ci fosse un po’ di neve sulle mie mani, il marmo sarebbe caldo.

Al diciassettesimo gradino tutti si innamorano, e io, nel frattempo, mi innamoro della scrittura.

Al diciottesimo gradino ho paura di fallire, ma all’improvviso mi capita di scorgere il mio nome su altre rampe di scale, e capisco che ce l’ho fatta, sono arrivata a destinazione.

Dietro di me c’è una rampa di scale.

Guardo le altre rampe.

Qualcuno sta facendo dei passi indietro.

Qualcuno ha così tanta fretta di raggiungere l’ultimo gradino che corre e inciampa.

Qualcun altro, preso dallo sconforto, critica chi l’ha già raggiunto.

Non importa.

Non li ascoltate. 

Finché conserverai il sudore sui tuoi gradini, ti troverai in cima perché te lo sarai meritato.