SIRAH 2007 SICILIA IGT

Un rosso rubino a soli 8 euro
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L’ultima tendenza per il vino è quella del protezionismo. Prediligere il vitigno autoctono da abbinare a prodotti del territorio . Il principio funziona ed io personalmente lo condivido. Il fatto è che vent’anni fa sono stati piantati vitigni internazionali (Chardonnay, merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon) in tutta Italia, molto spesso anche senza criterio. Molti critici li snobbano, ma, siccome il “danno” è fatto perché non tenerli in considerazione. Quello che prediligo è il Syrah.

E’ un vino che ti catapulta attraverso la storia e in giro per il mondo. Dagli antichi romani, passando per Luigi XIII, riecheggia negli anni 80 in America e attraversa l’Italia da Nord a Sud con i suoi alti e bassi a causa del ruolo di vino "di appoggio ", ricoperto sino a più di un decennio fa. Ritrova vigore in Francia, forse con lontane radici in Iran, ed esplode eccessivo e un po’ costruito ai tempi d’oggi in Australia. Eppure a me piace. Ho assaggiato con molta curiosità e un pizzico di delusione delle bottiglie Sud Africane di Shiraz. Consiglio inoltre, vivamente, una sosta presso la sezione Australiana, presente in alcuni centri di grande distribuzione, per prendere visione di ciò che è scritto in etichetta.

Sono sempre divertita da quei “racconti” in cui sono quasi inesistenti i riferimenti al vino contenuto nella bottiglia e abbondano poetiche, pittoresche, calde immagini di vita quotidiana “Vino da bere in una giornata primaverile con un amico in campagna”. Che meraviglia! Il syrah è un po’ tutto questo, antico e buono, delle volte eccessivo, altre volte semplicemente da compagnia, imperfetto caratteristico e riconoscibile. Tutto il frutto e le spezie sono un vero piacere. Di quelli facili.

In fondo, quando si beve, si può anche decidere di non complicarsi la vita. Ho scelto per la degustazione un Syrah 2007 della Masseria del Feudo di Grottarossa. Una bella azienda Siciliana della contrada Grottarossa a Caltanissetta, fondata da due giovani imprenditori, Francesco e Carolina Cuccurullo. L’azienda si sviluppa su 110 ettari di cui 12 a vigneto.La loro produzione è l’espressione dei tempi che cambiano e racchiude un po’ la storia del vino in Sicilia che parte dagli internazionali e ritorna indissolubilmente al territorio ai tempi d’oggi: Chardonnay, Syrah, Nero d’Avola e Grillo.

In degustazione questo Syrah Sicilia IGT alla vista ha un bel colore rosso rubino, compatto e brillante. Al naso si apre intenso ed accattivante. La frutta e le spezie sono predominanti. S’intrecciano le more e la ciliegia matura e polposa. Seguono piccoli frutti rossi del sottobosco. Al gusto si offrono nuovamente le spezie, il classico pepe ed io noto anche un po’ di cannella. I sentori minerali e balsamici lo indirizzano verso una freschezza inattesa. Piace questo Syrah perché è chiaro. I profumi ed il gusto sono palesi e ricchi e, come dice un noto professore del vino, “al tatto” è morbido, vellutato e al contempo fresco e agile. Una bottiglia davvero ricca per gli 8 euro circa cui è venduta.

Io lo abbinerei con una bella grigliata di melanzane che accompagnino del tonno che ha appena sentito il calore della brace, un filo d’olio a crudo e via. Pensandoci, perché no? Proprio da bere “in una giornata primaverile con un amico in campagna”!

Sara Marte