DON PIETRO BIANCO 2008

Sapori siciliani
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Nell'assoluta, viscerale passione per la Sicilia, superando l'istintiva affinità con quella terra così complessa ed eterogenea, cado nel mondo del suo vino al naturale richiamo. Sono sempre curiosa di scoprire cosa offre in bottiglia la terra di Sicilia e, soprattutto negli ultimi anni in cui l'attenzione alla qualità è diventata quasi regola, difficilmente rimango delusa. Non ho mai disprezzato gli internazionali naturalizzati e non me ne vergogno.

Certo è che un autoctono ha davvero tanto da raccontare. Ho degustato , negli ultimi dieci  giorni , grazie ad un amico armatore,una serie di bottiglie liberamente selezionate dal  suo gusto  di  appassionato. Ho deciso di scegliere una bottiglia, il Don Pietro bianco 2008, della cantina Spadafora. In contrada Virzì, a due passi da Palermo, la cantina ha gusto e radici familiari  d'antiche e nobili origini, la preparazione e formazione, oggi , è poi affinata in Francia.

Bello dunque affiancare all'intuito internazionale di Francesco Spadafora, un equilibrio che ancora permette di apprezzare, per esempio, il disegno d'etichetta, un sole, che fu del syrah "Sole dei Padri" che lo stesso Francesco rubò alla figlia ancora piccola. Magari sarò sentimentale, ma saper condividere una storia familiare, seppur solo accennata, manifesta uno slancio generoso che rimane in memoria.

Del Don Pietro Bianco 2008 spicca il colore giallo paglierino chiaro con riflessi verdolini. Il naso è pulito fresco e gradevole. Si rileva subito la frutta, ricca e piacevole. Noto la pera, il biancospino, segue poi la pesca e infine riempiono il bicchiere fiori freschi bianchi. La bocca corrisponde perfettamente al naso. Al palato colpisce un buon equilibrio ed un buon corpo. Rimane una gradevole freschezza. Percepisco la mandorla sul finale, un po' nascosta dal ritorno della frutta che sovrasta il bicchiere.

Parliamo adesso di un palato in cui si fa largo anche una nota citrica ma succosa ed in cui l'ananas si accompagna a tipiche note agrumateAgile la freschezza. Questo vino, dedicato al padre di Francesco Spadafora da cui il nome, io lo metterei in tavola con un piatto di bucatini conditi con dell'olio in cui è stata soffritta un'alice e l'aglio, ancora il pan grattato ed infine una generosa spruzzata di arancia e un po' di limone; timo a piacere. Questo piatto avrà un nome ma purtroppo io non lo conosco, so solo che mio padre lo cucina spesso e non lo chiama, e che con questo vino sta proprio d'incanto. Mi  son sacrificata sul campo!

Il costo è davvero contenuto : soli 8 euro