Scafati: PERLE E PALAFITTE: LA PRESENTAZIONE A PALAZZO SISTO

Lagunari allo specchio tra Africa nera e Mediterraneo
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“Perle e palafitte. Lagunari allo specchio tra Africa nera e Mediterraneo” è il titolo che lo scrittore Orazio Patti, geologo di professione, ha scelto per la sua ultima pubblicazione letteraria presentata ieri sera nell’atrio di Palazzo Sisto a Scafati. Il convegno si è svolto tra un saluto di benvenuto ai presenti da parte del primo cittadino Pasquale...

Aliberti accompagnato dall’assessore alla cultura Cristoforo Salvati, un intervento di presentazione del libro e del suo autore fatto dalla giornalista Rosaria Federico e la spiegazione del trattato per opera dello stesso professor Patti. <<All’inizio del diciottesimo secolo, nel territorio dell’Africa sub-equatoriale, nasceva una nuova società la cui testimonianza è data dai lagunari del sistema d’acqua del Wémè-Nokué a sud del Bénin. La Tratta degli schiavi di quel periodo fu una delle cause principali per la quale la comunità del posto costruì i villaggi palafitticoli di Aguégués nei quali potersi rifugiare. Attualmente, proprio qui nel Sarnese, è in corso lo scavo di Longola, villaggio proto-preistorico riferibile a una comunità di oltre 3.000 anni fa che viveva anch’essa in un paesaggio d’acqua. Dunque, la storia e la geografia, unitamente all’antropologia e all’archeologia delle comunità d’acqua, si riflettono allo specchio ponendo in primo piano realtà che, nella loro contemporaneità, si riconoscono intrecciate sul filo delle palafitte e delle perle di pasta vitrea. Quest’ultime, che è possibile trovare nei mercati africani quanto nei negozi italiani, hanno contribuito alla mia confusione d’allora: non riuscivo più a capire se ero in territorio africano o italiano>>. Questa è stata la motivazione addotta da Orazio Patti per spiegare sinteticamente il titolo e il contenuto della sua nuova opera letteraria. Un libro reso interessante dal parallelismo Africa - Italia che diventa filo conduttore e intrigo allo stesso tempo creando un ponte figurato tra le due realtà. Rossella Varone