Scafati: UNITA' CORONARICA FANTASMA ALLO SCARLATO

Sanità mortificata dal nuovo piano di rientro. Reparti fantasma tagliati prima di essere operativi
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Mobilitazioni generali per salvare i presidi ospedalieri dell’Asl Sa, fortemente penalizzati dal nuovo piano di rientro varato dalla Giunta regionale. Se nei vari comuni interessati dal problema sanitario si discute, si polemizza e si cerca di manifestare apertamente con mobilitazioni di massa il proprio dissenso nei confronti...

del nuovo piano Montemarano, a Scafati, il polverone sulla questione sanitaria contribuisce a far emergere i problemi sommersi di una struttura ospedaliera già da tempo nell’occhio del ciclone. Dopo aver sciolto la seduta consiliare, infatti, l’amministrazione comunale con in testa il primo cittadino Pasquale Aliberti e a seguito alcuni medici dello Scalato, si è recata al terzo piano dove è ubicato il reparto di Unità Coronarica e Cardiologia. La “visita guidata”, però, è stata a dir poco deludente, perché, nonostante fossero in bella vista apparecchiature specialistiche costate un occhio della fronte, queste, non sono mai state utilizzate né il reparto è in funzione. E’ circa un anno, infatti, che il reparto è pronto. Nonostante ciò, la funzionalità e l’utilizzo dello stesso resta fermo al palo. Un’ala di circa 500mq con 12 posti letto e 10 stanze tutte attrezzatissime. Un intero reparto abbandonato al suo destino e che oggi, alla luce dei nuovi dettami del piano di rientro dal disavanzo della giunta regionale, sembrerebbe destinato alla chiusura definitiva, prima ancora di essere inaugurato. Insieme al reparto di Unità coronarica, anche quella di Terapia intensiva pare sia destinato a chiudere con un considerevole taglio dei posti letto. Un boccone amaro che l’amministrazione scafatese fatica a digerire. Per questo, il Comune di Scafati, sabato prossimo, sfilerà accanto agli altri comuni dell’Asl Sa1 per valere i propri diritti, essendo una struttura di frontiera in grado di accogliere una vasta utenza di pazienti. Solo l’Asl Sa1 conta circa 375 residenti. Le mobilitazioni si protrarranno, dunque, fino al 25 Novembre, data che vedrà il consiglio regionale riunirsi per deliberare o meno l’approvazione del piano tanto contestato. A seguito di questo incontro, si deciderà se intraprendere vie legali impugnando di fatto l’atto giuntale. I Sindaci dell’Asl Sa1, intanto, fanno fronte comune dopo l’approvazione di un atto d’indirizzo all’interno del quale vi è esposto il piano ospedaliero alternativo proposto ed elaborato da un Comitato di Tecnici – composto da operatori sanitari ed esperti del settore – i quali chiedono ai vertici regionali di vedere riconosciuti e garantiti i 120 posti letto e le relative terapie intensive, cardiologiche e rianimatorie, così come previsto dai criteri stabiliti dalla Regione Campania e dalla normativa nazionale. Francesca Cutino