Scafati: UNA CERIMONIA PER ONORARE IL NUOVO PARROCO

Don Peppino scrive così ai suoi Parrocchiani
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A meno di una settimana dalla cerimonia di insediamento del nuovo Parroco di S.Francesco di Paola, Don Peppino De Luca, che si terrà il prossimo 23 novembre 2008 alle ore 11,00 presso la Chiesa Nuova alla presenza del Vicario Generale Mons. Lino D’Onofrio, abbiamo estrapolato dal sito della parrocchia la lettera che Don Peppino ha...

Siamo i collaboratori della vostra gioia "Esattamente quattro anni fa il vescovo di Nola, mons. Beniamino Depalma mi chiese di svolgere il mio ministero nella vostra comunità come vicario parrocchiale. Appena ordinato era questo il mio servizio da offrire come sacerdote. Ho avuto in questi anni la possibilità di conoscere molti di voi e soprattutto di riconoscere nella Parrocchia l’opera instancabile del Parroco mons. Aniello Marano con voi da più di mezzo secolo. Egli, attento sempre all’uomo e allo spirito, ha avuto cura dei giovani, degli Scouts, delle famiglie, dei lavoratori… di tutti: con la vicinanza, le opere e la preghiera. Ha combattuto per dare alla comunità una nuova e grande casa dove poter crescere insieme in umanità e dar lode al Padre comune. Il Vescovo nel celebrare il 60° di Sacerdozio del nostro Parroco ebbe giustamente a dire: «La storia di don Aniello è legata indissolubilmente alla storia di fede di Scafati». Ora a lui è chiesto di restare nella sua comunità come “Parroco emerito”, ed a me è affidata la responsabilità di Parroco. A don Aniello il mio grazie sincero, perché mi ha accolto e sostenuto in questi anni che sono stati per me un tempo ulteriore di formazione. Il prossimo 23 novembre, alle ore 11,00, nella Chiesa Nuova, durante la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vicario Generale mons. Lino D’Onofrio, desidero pregare insieme con voi il Signore perché mi aiuti a sostenere questo grande impegno. Raccolgo, così, la ricca esperienza di don Aniello e in segno di continuità, ne porto avanti l’opera. La parrocchia, infatti, trasmette Gesù Cristo di epoca in epoca, da una generazione all’altra: insieme, io e voi, ci assumiamo la responsabilità di questa trasmissione. Noi non siamo nella Chiesa per caso, ma ognuno con un compito preciso. A me, come sacerdote e parroco non è stato affidato un compito “più alto”, ma sono stato mandato in mezzo a voi soprattutto come fratello che condivide la stessa fatica nel vivere il Vangelo e, poi, come strumento per far avvertire la direzione, l’amore e la disponibilità a perdersi a vantaggio dell’altro che Gesù Cristo ci ha fatto conoscere. Occorre che tutti considerino la Parrocchia non una “stazione di servizio” in cui ci si ferma quando si ha bisogno di qualcosa, ma una famiglia riunita ad immagine del Dio Uno e Trino. Così siamo chiamati ad uscire dalla cultura delle abitudini per assumere la cultura della missione che ha come primo obiettivo la diffusione della Parola di Dio. Il nostro procedere dovrà portare ad un ri-centramento profetico della nostra Parrocchia intorno alla Parola. Ogni membro della Comunità Parrocchiale è chiamato ad aprirsi con decisione e coraggio a tutti coloro che, pur avendo implicitamente fame e sete della Parola che salva, non riescono a percepirne la Presenza. Il primo passo sarà quello di configurare la nostra Parrocchia quale ambiente e luogo in cui l’intera comunità umana, e non soltanto i “fedeli”, possano riferirsi. La convocazione domenicale della Celebrazione Eucaristica deve diventare l’occasione per unire le scelte quotidiane con le scelte del Dio della vita. Cuore delle preoccupazioni della comunità credente sono la famiglia e i giovani, a cui la Parrocchia dovrà imparare ad essere “prossima”. Bisogna progettare, lasciandosi ammaestrare dal Cristo che si chinò come servo davanti ai suoi discepoli per lavare loro i piedi, una comunità serva dei malati, sofferenti, poveri, immigrati, e tutti coloro che fanno fatica a vivere. Fratelli e sorelle, le riflessioni fin qui proposte non vi appaiano come un “programma di inizio mandato”, ma piuttosto un invito a collaborare. La Parrocchia è nostra, è di tutti: non solo del Parroco! Non abbiamo bisogno di una Parrocchia chiusa ed arroccata, contenta solo di gestire il sacro, ma di una casa di Dio in mezzo alle case degli uomini, di una comunità di fede, dove ognuno si senta accolto, che si lasci illuminare dall’assiduità con Gesù Cristo e con il suo Vangelo. Permettetemi, infine, di ringraziare il Vescovo che ha avuto così tanta fiducia di un giovane prete: spero di corrispondere con sollecitudine ed entusiasmo. Maria Santissima che veglia sulla nostra comunità, così vicina nel suo Santuario di Pompei, la Regina del Rosario e il nostro caro Santo di Paola, ci aiutino ad essere sempre testimoni credibili del Risorto. Vi benedico e saluto tutti! Voi tutti accompagnatemi con la preghiera e l’affetto".