Scafati: PARTONO UFFICIALMENTE I SALDI ESTIVI

Prezzi troppo alti. Vendite azzerate
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In città, sono partiti ufficialmente i Saldi estivi 2008. Un inizio anticipato di qualche giorno alla luce della crisi economica dilagante. La ressa presso i negozi, gli spintoni per accaparrarsi quel jeans o quella t-shirt, le file interminabili all’entrata dei negozi, sono ormai un lontano ricordo. Una calma piatta, infatti, contraddistingue l’apertura...

dei saldi estivi, che, a differenza degli altri anni, sono partiti già con il 50%. Si possono contare sulle dita di una mano, le attività commerciali che mostrano gigantografie del 20 o del 30%. <<Quest’anno – ha detto il proprietario di un negozio di abbigliamento del centro – abbiamo ribassato i prezzi da subito, perché le vendite invernali non state redditizie. Nonostante ciò, registriamo pochissime vendite>>. Dello stesso avviso la commessa di un negozio di via Giovanni XXIII in pieno centro cittadino. <<Le persone che sono entrate in questo negozio dall’inizio dei saldi si possono contare sulle dita di una mano – ha affermato la ragazza – oggi non si compra più, i prezzi sono troppo alti, nessuno o quasi si può permettere cifre così esorbitanti>>. Pensiero analogo di una signora intenta ad ammirare una vetrina. <<Ormai ci si limita solo a questo. Guardare e poi guardare senza comprare mai. La colpa è anche dei commercianti che non abbassano i prezzi credendo di poter recuperare le perdite invernali. Ma noi non ci caschiamo!>>. Sebbene la prendano con ironia, gli acquirenti non ci stanno ai prezzi che molti commercianti mettono in bella mostra sui manichini esposti nelle vetrine. Il malcontento è generale, diffuso un po’ ovunque, in centro ed in periferia non c’è differenza. La tendenza più comune vuole che “potenziali” acquirenti entrino nei negozi per poi uscire dopo pochi minuti e soprattutto dopo aver fatto un giro di perlustrazione. <<Sono appena uscito da un negozio di scarpe – ha detto un signore – ma dopo averle misurate mi sono accorto del prezzo e ho deciso di soprassedere. Con questo caldo, poi, non mi va di girare per altri negozi, non fa niente, non compro nulla>>. E questa è la conclusione più comune, dei cosiddetti “rinunciatari”, i quali a differenza degli “istintivi” non cedono alle tentazioni. Questa seconda categoria, invece, è quella più malleabile. Ed è proprio a loro che vanno rispolverati i vecchi ma sempre utili metodi per non incappare in qualche “fregatura”. In primo luogo, sulla merce in saldo deve essere indicato in modo chiaro e ben leggibile il prezzo vendita (i due prezzi originario e scontato e la percentuale di sconto), in caso di vizi e mancata conformità rispetto alle caratteristiche descritte del bene venduto, anche in occasione dei saldi, il commerciante deve sostituire la merce. Infine, se il commerciante nel resto dell’anno accetta assegni, carta di credito e bancomat, è tenuto ad accettarli anche durante i saldi di fine stagione. Francesca Cutino